Osservazione sul fiume Piave
Il Piave anzi La Piave non mormora
Impreca. brontola,protesta
Non ne può più è stanco
delle commemorazioni del sangue versato nelle sue acque dei fanti e delle cerimonie
Le fanfare sgraziate e marziali lo irritano, lo deprimono
Odia quell’orribile canzone di fanti muti sangue e morte
Quell’acqua è passata tanto tempo fa; non ne serba ricordo.
Il anzi La Piave mormora chiacchiera con gli alberi con i sassi, che da sempre gli fanno da letto
Suggerisce parole d’amore agli amanti che nel bosco mischiano sospiri e baci al canto del cardellino
La Piave parla ai vortici curiosi che si gettano in avanti, poi si fermano, piroettano e tempestano di domande la corrente
“Quanto grande è il mare, è vero che non si vedono le rive che ci sono pesci così grandi che ci possono bere d’un fiato?”
I più piccoli tremano, hanno paura di essere inghiottiti da quell’acqua salata, vorrebbero tornare a monte nella spuma della sorgente.
Ma non si può, non si può
E il vecchio fiume li rassicura
“Non temete, il mare ci accoglierà vedrete le meraviglie del mondo sommerso: antichi galeoni sirene pesci di ogni colore e forma ….
E i piccoli si lanciano in avanti e saltano le rocce e lambiscono le rive, l’erba gli fa il solletico e ridono ridono
e il loro ridere la voce della Piave.
Altro che mormorii di morte e guerra
Faustina ha detto:
Mi piace questa tua osservazione sul Piave. Basta brutti ricordi, la vita va avanti.
friskis och svettis norrköping ha detto:
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